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lunedì 26 luglio 2010

Alan Moore, colui che ha cambiato per sempre il mondo dei comics.


Correva, l’ormai lontano, settembre1986, quando la casa editrice americana DC comics (quella più conservatrice per tradizione, rispetto alla più progressista Marvel), madre, tra gli altri, di Superman e Batman, pubblicava il primo numero di Watchmen; e il fumetto mondiale non sarebbe stato più lo stesso. L’autore di tale “rinascimentale” opera è un certo signore inglese di nome Alan Moore, all’epoca ancora semisconosciuto al grande pubblico, anche se vantava all’attivo una serie di storie per la serie Miracleman e il ciclo della ripresa della serie Swamp Thing, che aveva davvero impressionato e messo d’accordo sia pubblico che critica.

Per capire l’importanza di tale opera bisognerebbe essere assiduo lettore di comics, prima e dopo Watchmen, e subito ci si accorgerebbe di cosa ha significato per l’immaginario collettivo di lettori e autori, di come sia stato lo spartiacque per un epoca, di come da allora i “supereroi” non sarebbero stati più supereroi ma “superuomini”. Watchmen da il via a quella corrente di rinnovamento del mondo dei comics e del fumetto in generale che da molti fu chiamata “rinascimento americano” (almeno per il mondo dei comics). In Watchmen gli eroi, fino ad allora, senza macchia e portabandiera di ideali imprescindibili sono “umanizzati”, l’eroe è visto come un “uomo” con superpoteri o con doni, con tutte le debite conseguenze che questo, all’apparenza, insignificante elemento può portare all’interno della caratterizzazione e alle azioni dei personaggi che muovono all’interno di un fumetto. I cosiddetti eroi compiono azioni da persone comuni, sono violenti, percorrono fini non sempre puliti, anzi a volte usano i loro poteri per perseguire i loro interessi; l’archetipo dell’eroe è distrutto. Certo importante è anche lo scenario in cui si svolge l’azione di Watchmen, l’America Reaganiana, machista e conservatrice, e appunto per questo l’opera può esser vista come una sorta di reazione a tale scenario, e anche una conseguenza di quello che le politiche e la società Americana aveva e stava producendo in quegli anni. Fare una lettura completa ed esaustiva di Watchmen sarebbe lungo e troppo dispersivo e bisognerebbe scrivere interi saggi, cosa anche già largamente fatta da molti autori, e per questo noi lo prendiamo solo come punto di partenza per parlare di questo “immenso” autore. Le opere che seguiranno il monolitico Watchmen saranno sempre, e sempre di più solo una conferma ed una crescita per questo autore. Tra le più importanti ricordiamo “From Hell”( da cui è stato tratto il film “From hell, la vera storia di Jack lo squartatore”; The Leaugue of extraordinary gentlemen”(da cui è stato tratto il film “La leggenda degli uomini straordinari); V for vendetta (da cui è stato tratto l’omonimo film), Hellblazer (da cui recentemente è stato tratto il film Constantine); Promethea, solo per citarne alcune; anche questo particolare interessamento alle suo opere da parte del mondo del cinema è importante per capire la valenza dei suoi scritti, anche i produttori cinematografici si sono accorti del grande potenziale delle sue sceneggiature fumettistiche, anche se non sempre le pellicole sono riuscite degnamente a rendere visivamente le sue idee che su carta hanno tutta un’altra verve, ed infatti quasi mai lui ha dato il suo benestare a questi lavori.

Davvero tutto quel che tocca o crea Moore, muta, si evolve e diventa un gioiello per la letteratura mondiale. Nel 1992 scrive una sola storia per la serie Spawn, e diventa culto, in quella storia, come un moderno Dante, ridisegna la mitologia e la morfologia dei gironi dell’Inferno, facendo compiere al protagonista della serie una discesa negli inferi e facendogli incontrare demoni e anime nei vari gironi che non sono quelli che i nostri libri ci hanno trasemsso, sono “attualizzati”, sono “veri”, sono demoni nati e mossi dai mali della società dei nostri tempi, tutto, e come sempre nelle opere di Moore nasce per stravolgere i canoni e gli schemi mentali usuali del lettore; la lettura di un opera di Moore spiazza, e stupisce in ogni vignetta.

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