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martedì 18 dicembre 2012

Nasce A.BI Campania

Nel mese di Ottobre è avvenuto il Battesimo al Salone del Gusto di Torino per una neo associazione di produttori di birra.Presso lo stand della Regione Campania, e' stata presentata ufficialmente A.BI Campania - Associazione Birra della Campania, che promuovera' e sosterra' la produzione di birra della regione, riunendo i propri associati in un progetto che ha l'obiettivo di rafforzare la filiera della birra e valorizzare la promozione del territorio campano.

All'Associazione, presieduta da Giuseppe Schisano (Birrificio Sorrento), hanno gia' aderito 7 microbirrifici (Aeffe, Birra Maneba, Birrificio dell'Aspide, Birrificio Irpino, Birrificio Sorrento, Karma, Maltovivo) e 1 malteria (Agroalimentare Sud, che ha sede a Potenza ma lavora malto prodotto in Campania).


La creazione di A.BI Campania e' stata resa possibile grazie al sostegno e all'impegno di AssoBirra,Associazione degli Industriali della birra e del Malto, Assessorato all'agricoltura della Regione Campania, Coldiretti Campania, e Slow Food Campania, realta' che hanno messo a disposizione di questo progetto il proprio know how associativo e di promozione del territorio. Gli associati di A.BI Campania si impegnano a produrre birra che utilizzi prevalentemente malto italiano e cereali destinati alla maltazione di origine campana.

Per creare un dialogo diretto tra birrificio e agricoltore che porti alla realizzazione di birre a forte valenza territoriale, all'Associazione possono aderire, oltre ai birrifici campani e alle malterie italiane, anche gli imprenditori agricoli e le cooperative della regione che producano orzo da birra, frumento e altri cereali utilizzabili per la produzione di questa bevanda dalla storia millenaria che in Italia sta, negli ultimi anni, riscuotendo sempre piu' consensi. Lunedi' prossimo, sempre al Salone del Gusto, alle ore 13, presso lo stand della Regione Campania e' prevista una degustazione guidata con protagoniste le birre prodotte dagli associati ad A.BI Campania.

martedì 2 ottobre 2012

Se la birra "sopravvive" alla bomba atomica

Rivelati alcuni test militari degli anni '50: la birra in lattina si potrebbe consumare anche dopo un'esplosione nucleare!!!

La prima cosa da fare dopo un’esplosione nucleare? Certo, ringraziare il cielo per essere scampati alla morte. E poi? Fare un brindisi con una birra, premesso che sia rimasto qualcuno con cui brindare. Fin dagli anni ’50 gli Stati Uniti hanno testato i possibili effetti di una pioggia radioattiva, non solo su persone o edifici, ma anche su cibi e bevande. Ebbene, in caso di un ipotetico attacco nucleare la birra si potrebbe ancora consumare.
TEST - Cosa accade a cibi e bevande in caso di attacco atomico? Delle risposte pratiche hanno cercato di darle le sperimentazioni nucleari effettuate quasi sessant’anni fa dalla statunitense Atomic Energy Commission. Come ha scovato ora il blog nuclearsecrecy, tra febbraio e maggio del 1955 nel Test Site del Nevada, una zona di esclusione in mezzo al deserto, sono stati condotti diversi esperimenti nucleari nell'ambito della cosidetta «Operation Teapot». Anche sulle bevande. Il risultato: «Le bibite analcoliche in commercio e la birra in bottiglia o in lattina sono scampate alla potente onda d’urto persino ad una distanza di soli 390 metri dal centro dell'esplosione».
SAPORE - Lo studio militare che ha voluto analizzare gli «effetti delle esplosioni nucleari sulle bevande confezionate in commercio», ha dimostrato che alcune bottiglie si ruppero (per essere cadute a terra o a causa dei detriti lanciati in aria dall’esplosione). Ciononostante, i risultati rivelarono che il loro contenuto era sicuro per l’uomo. Non solo fu valutata la radioattività delle bevande («sotto il livello d'allarme»), ma pure le variazioni organolettiche. La domanda: erano ancora buone da bere? Sì. I test sul gusto rivelarono infatti che birre e soft drink erano di qualità accettabile. Unico neo: i militari e i civili che testarono la birra notarono solo una leggera variazione di sapore.
Fonte:Corriere della Sera