Una bevuta da sette miliardi di sterline. La sudafricana Sab Miller, gigante della birra, proprietaria di brand storici come Peroni e Grolsch si sta scaldando per acquisire uno dei maggiori concorrenti, l'australiana Fosters, parte del gruppo Carlton & United Breweries. Per dare un'altra spallata a un'industria che ha vissuto una fortissima fase di consolidamento, concentrando dietro poche sigle il mondo della birra ci vorranno 7 miliardi di sterline. Un assegno enorme, ma indispensabile per consentire a Graham Mackay, ceo di Sab, di concedersi l'ultimo regalo.
Il manager è in uscita, ma prima di andare in pensione vuole chiudere un altro grande deal, quello che porterebbe il suo gruppo a insidiare la posizione di primato mondiale del gruppo belga Anheuser-Busch Inbev, numeri uno del settore.
Non è solo una questione di numeri, ma anche di nomi. Aggiungere il brand Fosters, un mito partito dall'Australia e diffuso a tutto il mondo anglosassone, a quelli storici già controllati da Sab signfica aver creato un polo dell'eccellenza per gli appassionati di birra. Ma la logica di un'operazione del genere è soprattutto industriale e commerciale. L'integrazione dei gruppi è considerata ottimale dagli analisti e a Sab si darebbe una posizione importante per sfondare sui mercati asiatici sempre più competitivi. Dare l'assalto a quel mondo dalla sponda privilegiata dell'Australia è, infatti, operazione molto più agevole di un investimento da zero. Sui tempi dell'offerta di acquisto è mistero. C'è chi suggerisce che sia opportuno attendere ancora, ma la maggior parte degli esperti incoraggiano il gruppo sudafricano a partire subito, prima che altri concorrenti muovano verso il quartier generale di Carlton & United Breweries avendo in testa un nome sopra tutti: Fosters. Altro segnale di ritorno di interesse per i merger viene dal gruppo statunitense Campbell interessato alla divisione biscotti della United Biscuits, l'operazione ha un valore stimato in circa 1,8 miliardi di euro
Fonte Il Sole 24 Ore
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