Rivelati alcuni test militari degli anni '50: la birra in lattina si potrebbe consumare anche dopo un'esplosione nucleare!!!
La prima cosa da fare dopo un’esplosione nucleare? Certo, ringraziare il
cielo per essere scampati alla morte. E poi? Fare un brindisi con una
birra, premesso che sia rimasto qualcuno con cui brindare. Fin dagli
anni ’50 gli Stati Uniti hanno testato i possibili effetti di una
pioggia radioattiva, non solo su persone o edifici, ma anche su cibi e
bevande. Ebbene, in caso di un ipotetico attacco nucleare la birra si
potrebbe ancora consumare.
TEST - Cosa accade a cibi e
bevande in caso di attacco atomico? Delle risposte pratiche hanno
cercato di darle le sperimentazioni nucleari effettuate quasi
sessant’anni fa dalla statunitense Atomic Energy Commission. Come ha scovato ora il blog nuclearsecrecy,
tra febbraio e maggio del 1955 nel Test Site del Nevada, una zona di
esclusione in mezzo al deserto, sono stati condotti diversi esperimenti
nucleari nell'ambito della cosidetta «Operation Teapot». Anche sulle
bevande. Il risultato: «Le bibite analcoliche in commercio e la birra in
bottiglia o in lattina sono scampate alla potente onda d’urto persino
ad una distanza di soli 390 metri dal centro dell'esplosione».
SAPORE - Lo studio militare che
ha voluto analizzare gli «effetti delle esplosioni nucleari sulle
bevande confezionate in commercio», ha dimostrato che alcune bottiglie
si ruppero (per essere cadute a terra o a causa dei detriti lanciati in
aria dall’esplosione). Ciononostante, i risultati rivelarono che il loro
contenuto era sicuro per l’uomo. Non solo fu valutata la radioattività
delle bevande («sotto il livello d'allarme»), ma pure le variazioni
organolettiche. La domanda: erano ancora buone da bere? Sì. I test sul
gusto rivelarono infatti che birre e soft drink erano di qualità
accettabile. Unico neo: i militari e i civili che testarono la birra
notarono solo una leggera variazione di sapore.Fonte:Corriere della Sera
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