Correva, l’ormai lontano, settembre1986, quando la casa editrice americana DC comics (quella più conservatrice per tradizione, rispetto alla più progressista Marvel), madre, tra gli altri, di Superman e Batman, pubblicava il primo numero di Watchmen; e il fumetto mondiale non sarebbe stato più lo stesso. L’autore di tale “rinascimentale” opera è un certo signore inglese di nome Alan Moore, all’epoca ancora semisconosciuto al grande pubblico, anche se vantava all’attivo una serie di storie per la serie Miracleman e il ciclo della ripresa della serie Swamp Thing, che aveva davvero impressionato e messo d’accordo sia pubblico che critica.
Per capire l’importanza di tale opera bisognerebbe essere assiduo lettore di comics, prima e dopo Watchmen, e subito ci si accorgerebbe di cosa ha significato per l’immaginario collettivo di lettori e autori, di come sia stato lo spartiacque per un epoca, di come da allora i “supereroi” non sarebbero stati più supereroi ma “superuomini”. Watchmen da il via a quella corrente di rinnovamento del mondo dei comics e del fumetto in generale che da molti fu chiamata “rinascimento americano” (almeno per il mondo dei comics). In Watchmen gli eroi, fino ad allora, senza macchia e portabandiera di ideali imprescindibili sono “umanizzati”, l’eroe è visto come un “uomo” con superpoteri o con doni, con tutte le debite conseguenze che questo, all’apparenza, insignificante elemento può portare all’interno della caratterizzazione e alle azioni dei personaggi che muovono all’interno di un fumetto. I cosiddetti eroi compiono azioni da persone comuni, sono violenti, percorrono fini non sempre puliti, anzi a volte usano i loro poteri per perseguire i loro interessi; l’archetipo dell’eroe è distrutto. Certo importante è anche lo scenario in cui si svolge l’azione di Watchmen, l’America Reaganiana, machista e conservatrice, e appunto per questo l’opera può esser vista come una sorta di reazione a tale scenario, e anche una conseguenza di quello che le politiche e la società Americana aveva e stava producendo in quegli anni. Fare una lettura completa ed esaustiva di Watchmen sarebbe lungo e troppo dispersivo e bisognerebbe scrivere interi saggi, cosa anche già largamente fatta da molti autori, e per questo noi lo prendiamo solo come punto di partenza per parlare di questo “immenso” autore. Le opere che seguiranno il monolitico Watchmen saranno sempre, e sempre di più solo una conferma ed una crescita per questo autore. Tra le più importanti ricordiamo “From Hell”( da cui è stato tratto il film “From hell, la vera storia di Jack lo squartatore”; The Leaugue of extraordinary gentlemen”(da cui è stato tratto il film “La leggenda degli uomini straordinari); V for vendetta (da cui è stato tratto l’omonimo film), Hellblazer (da cui recentemente è stato tratto il film Constantine); Promethea, solo per citarne alcune; anche questo particolare interessamento alle suo opere da parte del mondo del cinema è importante per capire la valenza dei suoi scritti, anche i produttori cinematografici si sono accorti del grande potenziale delle sue sceneggiature fumettistiche, anche se non sempre le pellicole sono riuscite degnamente a rendere visivamente le sue idee che su carta hanno tutta un’altra verve, ed infatti quasi mai lui ha dato il suo benestare a questi lavori.Davvero tutto quel che tocca o crea Moore, muta, si evolve e diventa un gioiello per la letteratura mondiale. Nel 1992 scrive una sola storia per la serie Spawn, e diventa culto, in quella storia, come un moderno Dante, ridisegna la mitologia e la morfologia dei gironi dell’Inferno, facendo compiere al protagonista della serie una discesa negli inferi e facendogli incontrare demoni e anime nei vari gironi che non sono quelli che i nostri libri ci hanno trasemsso, sono “attualizzati”, sono “veri”, sono demoni nati e mossi dai mali della società dei nostri tempi, tutto, e come sempre nelle opere di Moore nasce per stravolgere i canoni e gli schemi mentali usuali del lettore; la lettura di un opera di Moore spiazza, e stupisce in ogni vignetta.
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